Ipoacusia infantile: come affrontarla a scuola

ipoacusia infantile

L’ipoacusia infantile o calo dell’udito nei bambini interessa circa 32 milioni di minori in tutto il mondo e può influire negativamente sullo sviluppo del linguaggio e sullo sviluppo cognitivo. Ecco perché in Italia è obbligatorio fin dal 2017 eseguire uno screening audiologico neonatale gratuito su tutti i nuovi nati, per rilevare tempestivamente malattie congenite che possono influire sull’udito.

La capacità uditiva infatti si sviluppa già durante la gravidanza e il bambino è in grado di percepire le voci della mamma e del papà già al sesto mese.

Problemi di udito a scuola

Non è raro però che i problemi uditivi possano sorgere negli anni successivi e che con l’inizio della scuola si possano notare segnali di ipoacusia infantile. È proprio nel contesto scolastico che l’udito dei più piccoli viene messo alla prova: un’aula con un docente che spiega e tanti compagni che chiacchierano contemporaneamente è infatti un ambiente molto più rumoroso della cameretta dei giochi dove ci sono solo mamma, papà e un fratellino, e quindi molto più impegnativo dal punto di vista dell’ascolto.

A scuola, gli atteggiamenti tipici del calo uditivo (chiedere spesso di ripetere ciò che è stato appena detto, non rispondere subito quando si viene chiamati, avere difficoltà a comprendere le parole) possono essere interpretati come mancanza di attenzione e impegno o addirittura di svogliatezza da parte del bambino, quando in realtà si tratta di campanelli d’allarme.

Anche sul piano relazionale, un bambino con ipoacusia non diagnosticata può avere delle difficoltà: per timore di infastidire i compagni chiedendo di ripetere ciò che è stato appena detto, il bambino corre il rischio di isolarsi (anche emotivamente) dai compagni e autoescludersi dal gruppo classe.

Per tutti questi motivi, è fondamentale intervenire in modo tempestivo quando si notano campanelli d’allarme dell’ipoacusia infantile e trovare la strada più indicata affinché il bambino possa integrarsi nel contesto scolastico e crescere sicuro di sé.

Audin Bimbi

Audin Bimbi nasce proprio a questo scopo, e cioè offrire assistenza completa a tutte le famiglie che hanno bambini con problemi di udito, all’interno di un ambiente confortevole e sereno, che aiuti anche i più piccoli a sentirsi a loro agio.

Se gli adulti fanno fatica a vincere i pregiudizi sugli apparecchi acustici, per i bambini può essere ancora più difficile: gli episodi di discriminazione sono ancora tanti nel nostro paese. Nonostante ciò, gli apparecchi acustici rappresentano l’unico strumento per permettere ad un bambino con ipoacusia infantile di godersi la scuola, la vita e le amicizie alla pari dei suoi coetanei normoudenti.

Piccoli gesti per migliorare la vita scolastica di un bambino con ipoacusia infantile

Per poter venire incontro alle esigenze di un alunno ipoacusico, insegnanti e compagni di classe possono adottare alcune piccole azioni per rendergli la vita scolastica più semplice.

Disporre i banchi a semicerchio, frontalmente rispetto al docente che spiega può agevolare l’alunno ipoacusico a sentire meglio le voci dei compagni e a capire da dove provengono.

Inoltre, gli insegnanti dovrebbero fare in modo di parlare sempre rivolti alla classe, e non mentre scrivono alla lavagna: in questo modo è più facile leggere il labiale.

Infine, grazie anche all’aiuto delle tecnologie digitali introdotte nelle scuole, sarebbe auspicabile accompagnare la lezione con supporti visivi e illustrativi che aiutino la comprensione.

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